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Le chiese
San Giovanni
Come già per la Chiesa di Santa Maria della Fede, gli Statuti Comunali del 1569 ordinavano tassativamente una procedura a cui autorità e popolo, dovevano sottostare nella ricorrenza dell’Ascensione, così come anche per la Chiesa di San Giovanni gli stessi, al libro I, IV rubrica, stabiliscono:
“… Ugualmente in tutto e per tutto stabiliamo che debba osservarsi nella festa della Natività di S. Giovanni Battista del mese di giugno. Nel qual giorno i detti Podestà e Priori e ufficiali e salariati del nostro comune con tutti i conciliari predetti e gli altri uomini e persone della detta terra sian tenuti e debbano con i chierici e gli altri sacerdoti accedere in solenne processione alla Chiesa di San Giovanni ed ivi ai divini uffici da celebrare : assistere come sopra, e ritornare processionalmente insieme con i predetti e sotto le dette pene da esigere some sopra…”.
Chiesa di San GiovanniSe gli Statuti sono così precisi e tassativi, sicuramente questa Chiesa rivestiva una certa importanza nell’antichità ; ma non sappiamo nulla della forma che aveva prima del 1600.
La Chiesa di San Giovanni si trovava, come ancor oggi, lungo la via che da Montefiore conduceva a Campofilone, costeggiando il lato nord del Monastero domenicano, passa da vicino alle “Fonti”, da cui si attingeva acqua per tutto il Paese fino al 1897.
Nei pressi di questa v’era e vi è un’altra fontana d’acqua purissima, una canzone popolare, tramandataci dal Prof. F. Egidi, dice:
“E il signori intanto per non avè malanni l’acqua a S. Giovanni la mannano a pijà”.
Nel marzo del 1804 Napoleone promulgò il nuovo regolamento civile, che è più conosciuto sotto il nome di Editto di Saint Cloud; questo divenne valido per l’Italia nel 1806. Si vieta, per igiene, la sepoltura dele morti nelle Chiese, nelle Piazze ed in luoghi pubblici. Questa legge napoleonica, oltre a dispiacere a Foscolo dandogli però lo spunto per scrivere “I Sepolcri”, portò conseguenze in tutta Italia; anche a Montefiore si smise di seppellire i morti sotto i pavimenti delle Chiese ed in particolare in quella di S. Francesco, nella quale ancora oggi notiamo le numerose tombe della nobiltà, ricavate tra il primitivo pavimento della Chiesa romanico gotica e quello attuale, fatto dopo la trasformazione avvenuta nel Settecento.
Vista lato sud La Chiesa di San Giovanni divenne in questa circostanza, per poveri e ricchi, per umili e nobili, comune sepoltura ed ossario, per quasi un secolo, fino al 1882, anno della costruzione del nuovo Cimitero.
Dopo questo fatto S. Giovanni fu abbandonata; il tetto crollato permetteva alla pioggia di invadere l’ossario e di rendere più squallido e sudicio un luogo che raccoglieva i resti di diverse generazioni di montefiorani. Intorno al 1940, per opera della famiglia De Vecchis, che aveva scelto questo luogo per edificare la tomba di famiglia, tutto fu rimodernato e sistemato ampliando la Chiesa e dando così all’edificio l’aspetto attuale. Il disegno dell’architetto Arturo Paoletti fu sapientemente attuato dalla ditta di costruzione “Giulio e Vittorio Ciuti”. I resti dei defunti ebbero degna sistemazione e nell’occasione furono resi validi i versi del Foscolo:
“… e serbi un sasso in nome, e di fiori odorata arbore amica le ceneri di molti ombre consoli”.